Ogni uomo, fino a quando non diventerà possibile la clonazione, nasce dalla e nella relazione fra due persone, cioè i propri genitori biologici.
Ognuno di noi è costituito da cellule formate dall’unione di metà DNA delle cellule dei genitori.
Dal punto di vista biologico noi siamo questa relazione che costituisce la nostra carne, il nostro corpo.
Ma noi non siamo solo carne, in noi c'è qualcosa di più che possiamo chiamare psiche, coscienza, spirito che è la consapevolezza del nostro vissuto, cioè delle relazioni con altre persone e con le cose del mondo.
La relazione che ci unisce alla madre durante tutta la gravidanza è quella più importante per noi, perché senza di essa non possiamo venire alla luce.
Nel nostro corpo è inscritto un ulteriore segno che ci testimonia in modo perenne della nostra origine relazionale: l’ombelico, quale “ricordo” della relazione corporea e psichica con la madre.
La nostra individualità personale nasce all’interno di una relazione ed è influenzata profondamente, ma non determinata completamente, dalla qualità di queste relazioni originarie.
La nostra identità è relazionale.
Questa affermazione non è di per sé di facile intuizione. Ciascuno di noi si ritiene prima di tutto un individuo che, in un secondo tempo, si mette in relazione con gli altri. Non abbiamo memoria di quando siamo diventati coscienti di noi stessi per la prima volta, ma possiamo ipotizzare che la prima cosa di cui siamo coscienti è il nostro esistere e, in seguito, ci accorgiamo di ciò e di chi si trova accanto a noi.
La realtà è invece che noi siamo relazione da cui emerge la nostra coscienza di individui. (leggi tutto)